giovedì 13 gennaio 2011

Perso Nella Neve

A volte ci tornano alla mente scene già vissute. Può trattarsi di cose reali oppure di sogni.
Un sogno ricorrente che facevo mi vedeva correre su di una distesa innevata in lieve pendenza. Ad un certo punto spiccavo un salto e cominciavo a planare ad un metro circa da terra. Piano piano, poi, perdevo quota finendo a terra, seppur dolcemente. Il sogno continuava così: corri, salta, plana, atterra.
Torna in mente però anche una foto: un bambino sul podio che mostra la sua medaglia di secondo posto mentre una bambina lo abbraccia e gli da un bacio sulla guancia. Quel bambino aveva vinto in una competizione di sci con la sua classe. Quel bambino ero io, almeno più di 15 anni fa.
Non ho più indossato un paio di sci. Non ho più visto, se non di sfuggita o in cartolina, un impianto di sci. Non ho più praticato quello sport fino a ieri.
Il periodo di capodanno passato in Svizzera mi ha dato l'opportunità di stare un po' in mezzo alla mia materia preferita: la neve. Una provvidenziale gita ad Einsiedeln, sui percorsi a piedi che si snodano tra le piste da sci di questa piccola località, mi ha riacceso una sana voglia sportiva.
È bastata la voglia ed una adeguata organizzazione. Così ieri, accompagnato da Za' siamo giunti sulle piste di Prato Nevoso.
Da principio la buona intenzione di assumere un maestro per rinfrescare la memoria c'era... Svanì subito quando capimmo che sarebbe stato caro.
Così, armati di skipass, abbiamo preso la seggiovia. Giunti in cima, ci si presentò da subito una situazione quasi imbarazzante.
Non mi aspettavo una pendenza così forte. Per chissà quale caso del destino credevo di ricordare che le piste cominciano con una pendenza lieve.
La prima discesa mi ha procurato tre cadute, per fortuna senza traumi (a parte le brutte figure). Successivamente ho sentito che stavo riprendendo seppur in modo stentato il ritmo giusto. Avevo cominciato ad andare più veloce, giungevo a valle prima di Za' ed ero pimpante. Poi... Poi è scattato qualcosa. La consapevolezza di essere piuttosto inadeguato come livello, e l'aumento della frequentazione in pista, mi ha scatenanto timore. Ho cominciato a scendere molto piano, cercando di continuo le fasce della pista meno bazzicate dalle persone (soprattutto dai bambini delle scuole di sci). Stavolta era Za' ad aspettarmi all'arrivo.
Giungono le 16:45. Ci è concessa l'ultima salita, quando ormai sentivo di essere piuttosto provato dalla giornata. Quando Za', irritato, mi riferisce un commento poco carino da parte dell'addetto alla seggiovia. Un commento ovviamente poco carino nei confronti di un ragazzo gay. L'ultima discesa è stata un inferno. La pista era vuota, ed io ero solo ad affrontare una discesa la cui neve si faceva sempre più ghiacciata a causa del sole ormai tramontato ed i miei pensieri su quanto la il paese sia così arretrato in fatto di cultura e umanità.
Un ritorno sugli sci finito in modo deludente. Soprattutto considerando di non essere per niente soddisfatto delle mie performance.



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Location:Autostrada dei Fiori,Arenzano,Italia