giovedì 28 febbraio 2013

È l'ora!




Dopo quattro anni di esperienza nel mondo della telefonia e tre con il mio compagno mi sono reso conto che una svolta, un cambiamento è necessario. Mantenere una relazione a distanza è un lavoro impegnativo, soprattutto se questa distanza si dilata oltre i confini nazionali. Una profusione di energie che ultimamente ha acuito le difficoltà che questo tipo di relazioni comporta.
Abbiamo quindi studiato a tavolino una soluzione o, meglio, un portfolio di soluzioni. In queste, o lo avrei raggiunto io, o sarebbe tornato in Italia lui. Studiando i pro ed i contro del caso emerge quindi che:
- lui, col suo lavoro, guadagna di più: con il mio stipendio non si può vivere in due nemmeno in un monolocale.
- in Italia c'è crisi: quindi anche più difficoltà a trovare lavoro; in Svizzera il tasso di disoccupazione è il più basso d'Europa.
- in Svizzera le coppie omosessuali possono registrarsi come Coppia Domestica, ottenendo di fatto una reale tutela giuridica.
La soluzione scelta è quindi di raggiungere il mio compagno in Svizzera, studiare il tedesco, completare i miei studi di grafica (col corso online che sto seguendo) e cercare lavoro li.
È un salto nel vuoto, ma con un materasso (Tigrotto e tutte le sue premure, la sua vicinanza ed il suo sostegno) sotto. Lascio tutto quello che ho costruito qui per cercare di costruirmi un futuro più stabile nel paese del cioccolato, dell'Emmental e, ovviamente, delle banche.
Certo, tutto questo significa mettere in conto che dovrò rinunciare alle mie chiacchierate con amaro con D, oppure alle mie serate di cucina cinese con Za'. Piuttosto dovrò adeguarmi ad uno stile di vita improntato alla precisione, affidabilità e puntualità.
Per un po' dovrò rinunciare allo stipendio, alle risate con le mie colleghe che sicuramente mi mancheranno. Poi sono fiducioso di conoscere nuovi colleghi di lavoro altrettanto simpatici (se non svizzeri, almeno italiani immigrati!)
Se non fosse per il fatto che la nostra nuova casa basta giusto per due persone e che la mia macchina non è un minivan, mi porterei dietro anche i miei migliori amici. Anche a pezzi dentro una valigia.. (No, scherzo, poi vanno a male..).
Per un po' avrò nostalgia di casa, di papà, di quel rompi di mio fratello, di mia madre e dei caffè alle dieci al golf. Mi direte: "c'è sempre il caffè svizzero", si lo so... Di questo ve ne parlai qualche post fa. Ehm... Dovrò resistere alla tentazione della panna. O firmerò la mia condanna a morte (morire affogati nella panna... Mhmmmm...! :-P)
La nuova tana è carina. Condominio moderno, sulla sponda del fiume, vicino ai servizi, ai mezzi e con tutte le comodità che ritengo indispensabili: lavastoviglie, piano cottura in vetro ceramica (lo avreste mai pensato? Eppure è uno standard), parquet (anche questo è un chiodo fisso degli amici cioccoformabanchieri) forno elettrico, forno a microonde, forno al plasma (scherzo. Scommetto che credevate uno standard anche questo eh? Invece non esiste) ma soprattutto lavatrice e tumbler! Così posso fare il bucato dove solo io faccio il bucato e, soprattutto, quando voglio io!
Poi visto che nell'appartamento non sono ammessi bambini (pazienza) e animali (animali?!?!) allora ci porteremo dietro la nostra unica creatura comune: l'aspirapolvere. A quello non rinuncio!
Ho paura. Ma è un rischio calcolato e sento che è il momento buono per fare questo passo e comunque non sono solo. Ora o mai più.
Chiudo il post con questo pensiero che mi ha particolarmente colpito:
"Il cambiamento dovrebbe essere un amico. Dovrebbe accadere perché programmato e non a seguito di un incidente. Crosby Philip B. (Guru della qualità)"


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Location:Via Angelo Scarsellini,Genova,Italia

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