venerdì 8 marzo 2013

Quesito Inflazionato

Si, lo so... Di questo se ne discute tutti i giorni. Ma un compromesso può esistere?



Si dice che la medicina ha consentito agli uomini di allungare la propria prospettiva di vita, nonostante ci sia il Signore che comunque, prima o poi mette fine a tutto.
Ora mi chiedo: per uno veramente religioso ha senso pregare per la guarigione di una persona, se è il Signore stesso che la sta chiamando a sé? Non è il volere del Signore che per loro va in primis rispettato?
Il desiderio di sopravvivere alla morte è qualcosa di ancestrale eppure contrario al pensiero religioso quand'esso si distacca da certe azioni autolesive nei confronti della propria carne (come rifiuto del dono divino che il Signore all'atto del proprio concepimento fece).
Ergo: perché pregare il Signore che una persona guarisca? Non si considererebbe un atto contrario al volere divino e per giunta un atto di egoismo nei confronti del soggetto in dipartita?
Il medico, in quanto scienziato, salvando una persona la strappa a dio: è quindi deprecabile?
Perché il Signore, nonostante la sua infinita misericordia, dovrebbe guarire un semplice peccatore? Che ha fatto egli, al di fuori del beato, del santo, del martire (che in questo caso siede già al suo fianco per ovvie affinità) per meritare un simile privilegio?
Essendo, per etica e scienza, il medico tendente a compiere del bene, tendente al benessere dell'umanità, a dissipare il dolore e la malattia, non sarebbe quindi giusto per un buon cristiano, pregare il Signore affinché il medico in questione riesca nel suo compito nobile?


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