mercoledì 21 settembre 2011

Sogni Al Destrometorfano

Destrometorfano bromidrato. Così si chiama uno dei principi attivi del Vick's Medi Nait, unico rimedio a quei miei forti raffreddori da "cascate del Niagara". Diciamo che, in mezzo a tutta la formulazione del farmaco che contiene inoltre Paracetamolo, il Destrometorfano è quel derivato della morfina capace di darmi la botta giusta per dormire sonni più tranquilli di quelli che farei in condizioni normali!
Proprio in occasione del mio solito forte raffreddore di cambio stagione ho assunto il mio "liquorino confortante" e stamattina, bello riposato, sono stato in grado di ricordare il sogno che feci stanotte.
Tutti sognano, pochi ricordano, al risveglio, quello che si è sognato. Spesso, si dice, i sogni sono fatti di elementi acquisiti inconsciamente durante la giornata, come dire "sviluppi notturni" delle nostre vicende quotidiane.
Lo scorso weekend, a Milano, sul filobus della circonvallazione verso casa, ho visto una ragazza molto carina, probabilmente una modella di ritorno dai provini per la consueta settimana della moda. Non so perché, forse la sua magrezza (non malsana però), oppure la matita nera marcata sul contorno occhi che contrastava fortemente il biondo dei suoi capelli, fatto sta che la stessa notte l'ho sognata: mi chiedeva costantemente di somministrarle eroina. Io le preparavo l'iniezione ma mi rifiutavo di pungerla perché, chi mi conosce lo sa bene, ho una certa avversione per gli aghi. Ma lei continuava a pregarmi.
Questa notte invece ho fatto un sogno che potrebbe ricordare la "genesi di Wolverine" sebbene con marcate differenze e garantendovi di non avere visto di recente il film di X-Men.
"mi trovavo, non so come, in una specie di grosso laboratorio, simile però, nella struttura, ad un osservatorio astronomico. Con me c'erano anche altre persone, ma non ero in grado di distinguerne le facce. Ero li per "ristrutturare" il mio corpo per essere impiegato in una imprecisata missione. Quello che più mi è rimasto impresso è il processo in sé: una prima iniezione serviva a rendermi "di gomma", assumendo la stessa consistenza di Mr.Muscolo il pupazzo muscoloso di silicone che si poteva tirare, torcere, schiacciare a volontà, senza romperlo. Dopo questo processo dovevo sottopormi ad una specie di elettroshock al fine di cancellare dalla mia mente determinati ricordi. Loro, dottori, scienziati, stregoni, non saprei dire se non che avevano l'aspetto del tipico personal trainer da palestra, mi dissero testualmente che i ricordi che andavano a cancellare esulavano da temi come la famiglia, gli affetti e la propria identità: avrebbero cancellato totalmente la mia formazione ed esperienza, ricostruendola in toto con una formazione diversa, militare, ma umana. Giuro di avere sentito una scossa a livello del cervello (proprio sulla testa, al centro).
Un ultimo processo, fatto (ahimè) di una serie di micro iniezioni, ricostruisce il mio fisico (in modo fa-vo-lo-so: perché ovviamente è un sogno...) ex novo senza cambiare i connotati."


Non c'è che dire: bel sogno... Un po' contorto, è vero... Però bello! Mi ricorda quando facevo tre sedute da due ora alla settimana di palestra. Mi mancano, mi mancano tanto. E penso che presto riprenderò almeno per tre mesi, quantomeno per recuperare la forma persa (ho un filo di pancetta: lavoro sedentario, stop al fumo, regime alimentare invariato... E non ortodossamente sano). Non sto bene con il mio fisico, di conseguenza con me stesso, ma detesto andare a correre da solo. Perciò tornare in palestra è l'unico mezzo testato e garantito per incentivarmi a tornare in forma.

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martedì 20 settembre 2011

La Santa Funzione dell'Autunno

Domenica, una provvidenziale secchiata d'acqua ha come aperto quello "sportello di forno" che mi faceva sentire prigioniero di una specie di hammam mondiale (o perlomeno italiano), spalancandomi le porte verso un principio di autunno fatto d'aria fresca, foglie secche e del mio carattere meno acido e aggressivo.
Rimane chissà perché l'incognita del condizionatore del mio bar abituale presso il quale faccio colazione la mattina: o sono daltonici e hanno scambiato il blu (aria fredda) del termostato con il colore rosso (aria calda), oppure hanno guadagnato troppo per curarsi di un condizionatore che non funziona a dovere.
In quella calca di gente (mattutina o pomeridiana, a seconda dei turni), tra una spinta, un saluto ad un collega o ad un conoscente che lavora nei dintorni, ci vogliono cinque minuti per sudare quanto basta da considerarsi definitivamente disidratati se non addirittura stracotti al limite del brasato. Considerando che il dress code più diffuso in questo complesso di uffici è la classica "giacca, camicia e cravatta" e considerando che la maggior parte delle persone sono uomini, spesso giovani (e quindi carichi di ormoni) lascio immaginare a voi quale aroma si diffonda in questa specie di pentola a pressione (caffettiera sarebbe più appropriato): un lesso alla milanese con tanto di patata, cipolla e carota...
Eccezionalissima eccezione la fa un gruppo curioso di operai: sono rudi e purtroppo non incarnano minimamente il sogno erotico gaio tra i più classici, ma, avvicinandosi a loro, ci si accorge che non puzzano. Strano, molto strano. Eppure per loro sarebbe anche comprensibile!
Fervido sostenitore del pelo (da quando ormai capii che al mondo c'è posto e partner anche per il villoso) pongo molta cura nel mantenimento del mio vello. Non disdegno un leggero aroma maschile finche questo non diventa chiaramente segno di una ascella che ha sempre visto l'acqua col binocolo. Ve ne parlai numerosi post fa, in quanto l'attrazione è composta da ciò che vediamo, ciò che tocchiamo (ove possibile) e ciò che sentiamo: istintivamente, con l'udito o abbandonandoci all'olfatto.
Sarà stato il sole, più caldo per le strade, più gente svestita e di conseguenza più ormoni in circolo, fatto sta che finalmente arriva l'autunno. Un abbassamento doveroso della temperatura onde evitare di scoppiare un po' per il caldo, un po' per quel che si vede in giro (non sempre apprezzabile purtroppo, ma qui si scivola nel discorso dell'amor proprio) e quello che si sente. Si: l'autunno, oltre ad essere una delle mie stagioni preferite (insieme all'inverno), con i suoi colori caldi, la voglia di tisane, di tana e coccole, di decadenza e malinconia, ha la sacra funzione di mitigare l'ascella pezzata.


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