sabato 7 febbraio 2009

Il Gatto Griffato

untitled1   Ho trovato molto, ma molto carina, la pubblicità sociale per il rispetto nei confronti dei propri animali domestici.
Guardo troppa poca televisione per ricordarmi il nome di quel bel fusto che si punta la sveglia per allattare il micio cucciolo (e in quel pezzo, nella mia testa, è scattato un “oooooooh” tipico femminile da moto di estrema tenerezza, come si vede in uno di quei video umoristici, precisamente quello dove c’è il tipo che lava il vetro di un salone di parrucchiere da donna e si scopre che il paccone tra le gambe è rigonfio di un tenero gattino).

  Sono però abbastanza gay da riconoscere un personaggio che in parte ammiro: Giorgio Armani. Il suo animale domestico non poteva che essere un gatto, ovviamente nero.

untitled2   I gatti mi seguono, in qualche modo nella mia vita. La mia migliore amica ha una gatta. Il mio ex di Albenga aveva un gatto. Io ho due gatte dai caratteri molto forti. Penso che si accosterebbero volentieri, come razza e carisma, rispettivamente: la bianca e snob a Chanel e la norvegese sperlusciata a Cavalli. Quella della mia amica potrebbe andare bene, vista la stazza, per Mariella Burani o Elena Mirò, insomma taglie comode…
Tempo fa feci uno di quei test che gli amici ti invitano a fare su Facebook: che tipo di dolce sei? untitled3 Risultato: Lingua di Gatto. Dolce, liscio, delicato e snob, voglio stare solo sul gelato. Purchè non siano le creme, troppo pesanti!

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