
mercoledì 30 maggio 2007
Momenti di sano isterismo

martedì 29 maggio 2007
Il Contatto: tra desiderio e memoria

domenica 27 maggio 2007
Mandarsi Al Paese: troppo buono, troppo fesso

venerdì 25 maggio 2007
Crearsi una sana routine

sabato 19 maggio 2007
La fortuna è sempre dietro l'angolo

giovedì 17 maggio 2007
Una Canzone

domenica 13 maggio 2007
Family Day: Esame di Maturità.

E giungo quindi ad una serie non di conclusioni, ma di riflessioni che mi piacerebbe porvi per invitarvi a riflettere su alcuni punti, senza però fomentare discussioni etiche, politiche o religiose. Prendiamola come una specie di “per informazione”.
La crescente critica nei confronti dei Di.Co. promossa in primis dalla chiesa cattolica, e l’isterismo che ha portato una certa ondata di omofobia in Italia, più di quanta non ce ne fosse già, non sembra tenere conto della natura, a mio avviso, esclusivamente giuridica di tali patti e la serie di diritti tutelanti che assicurano alle così dette “coppie di fatto”. E per specificare vorrei anche ricordare che le coppie che in tal caso verrebbero tutelate nei Di.Co. non sono tutte omosessuali. Chissà perché noi gay finiamo sempre per essere eletti a capro espiatorio delle rivendicazioni a cui va contro la Chiesa.
Non muovo una critica nei confronti della Chiesa Cattolica in quanto non sono a valutarne l’ipocrisia che in essa regna riguardo alla già tanto discussa questione dei preti pedofili o generalmente dei prelati gay. Sono anzi ad affermare che la chiesa cattolica è libera di avere i suoi principi, e ognuno al mondo è libero di avere la sua religione, quindi di aderire o no al cattolicesimo, come al buddhismo (per citarne due diverse). Però queste iniziative sociali sono uno strumento emanato dalla politica e voluto dal popolo (in maggioranza o no). E la politica, in genere, è proprio lo strumento attraverso cui il popolo si governa, tutelando i propri diritti al fine di una civile convivenza. Non capisco come si possa permettere che la chiesa abbia così tanta influenza sulla politica. Certo mi rendo conto che essendo un paese cattolico, l’Italia, ha un grosso handicap che porta spesso una certa omofobia a causa della quale, lo vediamo tutti, non è facile vivere la propria situazione gaia nel paese.
D’altra parte però vorrei anche precisare due cose. Quando si giunge ad uno scontro, la colpa non è sempre e solo di una parte o dell’altra. Quindi, come la società, influenzata dalla invadente presenza (spesso e volentieri politica) della Chiesa, pecca di omofobia, dall’altra troviamo un mondo gaio che mal si presenta agli occhi del resto della civiltà.
Ho avuto modo di parlare con una serie di ragazzi gay, che hanno affermato come, in Italia, il mondo gay sia rappresentato esclusivamente con una connotazione, come dire!? Circense. In televisione il mondo gaio è spesso rappresentato da personaggi, mi permetto di definire (anche se non in modo propriamente rispettoso) “checche”, spesso dai modi isterici, maligni, infidi, falsi. Ho conosciuto alcuni ragazzi gay, molto effeminati, con modi decisamente identici a quelli sopra descritti. Non tutti i gay di quella fattezza sono così. La maggior parte pare invece (e purtroppo) così. Peccato. La maggior parte dei ragazzi gay sono semplici maschi, dal comportamento quasi esclusivamente maschile che hanno come unica differenza dai maschi etero, l’attrazione per ragazzi dello stesso sesso. Tutto qui. Ecco quello che mi sento dire spesso. Ecco quello che non appare agli occhi della società.
Altro madornale errore, fatto dalla televisione, è confondere i travestiti e i transessuali, come gay. Non sono gay. Perdonatemi se sembrerò razzista o emarginante, ma il travestitismo e soprattutto il transessualismo denotano una malattia. Sono persone malate che invece di essere aiutate e comprese (soprattutto comprese) sono ridicolizzate attraverso i mass media. Travestiti e transessuali che prepotentemente si mostrano come per dimostrare che anche loro hanno diritto di vivere a pari diritti, ma che, ascoltando le persone in giro, non ottengono altro che derisione. Secondo me si pongono in modo sbagliato.
Rimanendo nella disquisizione sui Di.Co, sono dell’idea che, come detto prima, trattandosi di cose che non dovrebbero riguardare la morale religiosa, fondandosi sul sociale e su ciò che la promulgazione di una disciplina di tale calibro può essere influenzato nella nostra società, il mondo gay sbaglia ancora su un punto in particolare. La possibilità di avere figli all’interno della coppia (e quindi di formare una famiglia “completa”)
Ora, lo sappiamo tutti che è meglio che un bambino viva la sua infanzia in modo felice preferibilmente adottato da una coppia che sappia dargli amore ed educazione, piuttosto che farlo crescere in un istituto. E sappiamo anche che un bambino non diventa per forza gay, se i suoi genitori sono gay. Essere gay non significa avere una malattia, tantomeno trasmissibile.
Quello che va valutato è invece il risultato che una scelta di questo tipo può riversarsi sul bambino adottato. L’infanzia e la critica adolescenza che dovrebbe vivere continuamente preso in giro dal resto della società. Deriso perché i suoi genitori sono gay, a sua volta condannato per ignoranza della civiltà a divenire gay, e quindi, nella maggioranza dei casi che si prospetterebbero, un bambino emarginato.
In conclusione penso che la società in genere non sia ancora matura per accettare l’omosessualità come una cosa normale e integrabile di diritto. E non c’è legge che tenga.
D’altra parte però la società gay non è ancora matura per potere rivendicare quella serie di diritti sopra accennati.

Come la vedo io? Come dovrei vederla?!? Preferisco vivere la mia vita (per ora con discrezione) sperando un giorno di potere trovare un ragazzo da amare e con cui camminare assieme sul sentiero della vita. Se ci sarà la possibilità di dare tutela giuridica al rapporto di convivenza, ben venga. Non avrò figli, a meno a che non mi salti in testa di sposare una donna e vivere la mia vita da represso. Va bene così. Basta volere bene e vivere nella correttezza. Poi non c’è religione che tenga. Se lassù c’è qualcuno (e io sono convinto che c’è), essendo l’unico essere perfetto, sarà sua incombenza giudicare i nostri destini. Non credo che brucerò all’inferno per avere voluto bene ad una persona solo perché è un libro antico che lo dice. La verità non è quaggiù, ma lassù… e finchè vivremo non ci sarà concesso di sapere. Tanto vale vivere la nostra vita nel migliore dei modi.
martedì 8 maggio 2007
Ognuno A Modo Suo

sabato 5 maggio 2007
Star Bene e Star Male: finzioni e realtà del rapportarsi con l'esterno

Oggi sono decisamente giù di morale. Un po’ è il tempo, uggioso, freddo, per niente primaverile... Ma la verità è che al di fuori di tutto, sotto sotto, non sono felice. Una persona chiunque potrebbe chiedermi: “cosa ti manca?”. In effetti, materialmente nulla. Vivo con i miei genitori in una bella casa, mangio bene, vesto bene (anche se non posso permettermi vestiti griffati), ho sempre una macchina o lo scooter a disposizione... Anche se non lavoro, i miei genitori mi passano ognitanto qualcosa.
Eppure qualcosa mi manca... Mi dico: “Ok, ho capito di essere gay e questo è un bel problema perchè al giorno d’oggi, non potendo vivere liberamente la mia condizione (almeno qui in Italia), mi sento, per ora, costretto a nascondermi. Per ogni persona che incontro c’è una menzogna che racconto ai miei genitori, ai miei amici (tranne Matteo che è l’unico a sapere di me: siamo tutti e due gay e siamo migliori amici).”
E’ questo peso, la menzogna, una cosa che in genere non mi appartiene. Solitamente sono un libro aperto, non so mentire e questo mi fa paura perchè prima o poi la verità viene a galla e allora? Come reagiranno gli altri? La mia paura più grande è quella di rimanere solo...
L’uomo è l’animale sociale per eccellenza. A qualsiasi uomo, che lo dia a vedere oppure no, la solitudine pesa. E ad uno come me, che costruisce (ecco uno dei miei grandi errori) la propria vita in funzione degli amici, dell’amicizia, il rimanere solo pesa anche nelle piccole cose. Torno a casa, sono solo, non mangio... non provo neanche lo stimolo della fame.
Se prima ho avuto un sacco di problemi per via dei miei complessi sulla mia condizione di omosessuale e la paura di essere scoperti che mi attanaglia ancora, oggi posso dire di avere accettato la mia condizione. Con serenità pare... Ma questo è quello che do a vedere a chi mi conosce (Matteo e coloro con cui sono stato a letto). Come tutti, si indossa una maschera. Io indosso quella della serenità. La tempesta è dentro e difficilmente la lascio esplodere perchè mi rendo conto che agli altri non interessa: sono già presi dai loro problemi che non è giusto che si facciano carico dei miei. Come d’altronde non è neanche giusto che io li esterni per delegare agli altri la soluzione di questi che spetterebbe a me. Altrimenti che crescita ne otterrei?
Ok. Mi si dice che quando si parla, in generale, di cose futili, sono abbastanza logorroico. Quando mi si chiede che cosa voglio fare nella mia vita divento muto. Ho 23 anni e sarebbe ora di fissarsi un obbiettivo da raggiungere. Invece in questo ultimo anno ho interrotto gli studi, buttandomi su altre cose che in realtà non mi piacciono. Ascolto troppo il parere degli altri. L’ho sempre fatto (ecco un’altro mio difetto). Quando mi dissero di andare a fare un istituto tecnico, io seguii il consiglio di un amico di famiglia ad iscrivermi al liceo scientifico. E furono non 5 bensì sei (perchè fui bocciato in prima) anni d’inferno. Ce la feci, devo dire. Sono abbastanza versatile. Poi fu il momento di scegliere l’università. Di matematica non capisco una mazza e con il mio corso di studi giusto Giurisprudenza potevo scegliere.
“Ti sai vendere” mi viene continuamente detto in famiglia “ma a volte sei solo un bluf”. E questo fa male, fa male davvero!!! Loro non sanno la confusione che ho in testa, sono troppo buono per ribellarmi subito e l’unica cosa che mi rimane è fallire apposta. Tanto non funziona neanche così... salta sempre fuori la verità.
Ok, allora facciamo così. Io non dico più nulla. E’ già un po’ che ho adottato questa politica. Il pezzo di carta bollata con l’intestazione dell’università è una cosa che serve oggigiorno. Bene per me se finisco gli studi, ma a modo mio. E’ per questo che ho deciso finalmente di cambiare corso. Nel frattempo mi rassegnerò (siamo abituati) allo studio, una vita fatta di meno uscite con gli amici. Posso sempre vedere qualcuno il fine settimana.
Credo che sia la cosa giusta da fare. La vita è fatta di sacrifici ed è ora di farne qualcuno. Non appena riapriranno le iscrizioni all’università, mi riiscriverò. Cambierò facoltà, finirò il corso di studi e cercherò un lavoro al di fuori della famiglia.
Lavorare col proprio padre io lo trovo frustrante. Un padre che delega. Anche la singola telefonata che non mi riguarda, chissà come, richiede che sia io a digitare il numero e passargli la cornetta. Un padre che mi attacca perchè non faccio abbastanza, ma che, quando c’è da lavorare, si mette davanti al computer a giocare al solitario. Dirgli queste cose no? No. Si offende e diventa cattivo. Trovarsi un padre, quando non sei ancora indipendente, che può darti contro su tutto e metterti i bastoni tra le ruote in ogni tua iniziativa è pericoloso. Meglio cercare di aggirarlo, costruirsi piano piano una vita parallela ma solida e poi, una volta sicuro, cambiare binario.
La volontà c’è. Devo solo pensare un po’ più a me stesso, concentrarmi, perdere interesse per tutte le distrazioni che mi si presentano. Caffè, tanto caffè, energia, cibo... no, dai, non troppo. Palestra. La mia sempre fedele valvola di sfogo.
venerdì 4 maggio 2007
Come va oggi
Sopra quel tetto rosso e spaccato, sopra quel fieno tagliato...
Sopra quei campi piove...
Questo è quello che mi cantavo giusto poco fa, nella solitudine del mio lavoro... Oggi incassi pari a zero, ma d'altronde con la pioggia c'è poco da fare... La pioggia, il cielo carico di plumbee nubi, il freddo che portano fuori e dentro... Se solo avessi potuto, a quest'ora sarei con M.x. a coccolarmi sul divano con una bella tisana (in fondo ho un pizzico di animo new age) e qualche candela a scaldare l'atmosfera...
Qualche cuscino per terra, sul tappeto, davanti al camino acceso (anche se siamo quasi in estate) e poi... beh, dai, ora non raccontiamo film porno!!!
"I'm a perky little pornstar from Skokie Illinois
My mother doesn't like my job a all.
If I had to go to work, sexuality is a perk
But she said is just as far as I could fall..."
Quando poi mi atteggio da personaggio importante, magari sono nella mia piena fase gaia e mi sento al massimo del sexy, canticchio questo brano dal musical Naked Boys Singing... Matteo credo che l'abbia imparata a memoria solo per le volte che gliel'ho cantata!!!
Eh si... ognitanto è così... ma credo lo sia per tutti. Ci sono momenti che ci guardiamo allo specchio e cominciamo a vedere solo i nostri difetti... ci vediamo brutti e il solo riflesso dello specchio è una cosa che ci da fastidio... Altre volte invece ci vediamo belli, e allora da quello specchio fatichiamo a staccarci. Io sono spesso così. Adoro me stesso, mi sento benissimo col mio fisico, e faccio di tutto per mantenerlo tonico e sexy, palpabile (come dice Matte)... Il tutto anche se non sono strafigo. Ho delle belle mani, questo va detto, oltre il resto che... beh... chiedetelo a chi è stato con me eh eh eh...
Piove ancora... La mia migliore amica sarà a casa a cozzarsi coi suoi cani, Matteo sarà al lavoro oppure dal suo tipo (difficile che stia a casa). M.x. esce con i suoi amici etero. Non ho amici a cui dedicarmi stasera... Poco male, mi dedicherò a me stesso. Una bella tisana, un buon libro, e mi fiondo sotto le coperte calde a sognare...
Come accadde...

I primi contatti non furono dei migliori... non volevo semplicemente una scopata. Volevo trovare una persona che potesse diventare anche un amico, qualcuno con cui parlare e divertirsi. Volevo incontrare una persona, non un pezzo di carne...
Uno dei miei primi contatti fu un ragazzo a mio avviso molto carino, ma piuttosto strambo: se gli offrivo il mio "ass", lui allora poteva anche muovere le chiappe per incontrarmi. Se d'altro canto gli offrivo, per cominciare, una serata in compagnia, in discrezione ovviamente (visto che è fidanzato con una tipa), magari davanti ad una bella birra. Era giusto un modo per conoscere innanzitutto la persona, instaurare una certa complicità e intesa, prima di darsi. Sarebbe stato solmente uno "svuotamento di palle". Ebbene Nich ha sempre rifiutato questa offerta. A suo dire, per parlare semplicemente, potevamo farlo anche attraverso la chat.
Che dire!?!? Sinceramente preferisco una conoscenza reale. Tuttavia, come mi disse anche Matteo (il mio migliore amico), il mondo gay purtroppo è fatto da molte persone che cercano prevalentemente solo sesso. E devo dire che, in teoria, personalmente non vedevo anche io l'ora di avere tra le mani (e non solo) un bel ragazzo arrapato.
Quindi mi feci ancora più deciso. Il secondo contatto fu di Federico. Lui si che fu deciso. Come mi propose di vederci, io accettai e fissai appuntamento per la stessa sera...
AAAAAAAAAAAARGH!!!! I ripensamenti giungono sempre 5 minuti prima del dunque. Penso sia capitato a molti di voi... E così, cinque minuti prima di incontrarlo ero già tentato di fuggire.
No! Dovevo rimanere, oramai la mia decisione era presa. Eccolo! Bello traquillo, mi veniva incontro mentre io mi nascondevo nel cappuccio del cappotto. Beh, dai, non male...
Devo dire che era abbastanza navigato perchè sapeva, in queste situazioni, mettere le persone a proprio agio.
Dopo una bella birretta ecco che decidiamo di andare a "fare un giro"(si, va beh... si dice così). Ovviamente eravamo alla ricerca di un posto d'imbosco... Uno paricolare mi rimase impresso.
Una spianata sotto le stelle. Un luogo che avevo scoperto una volta quando cercai di pedinare un amico di Milano che vi si recò per visita fotografica...
Giunti sul posto, mi chiese se avevo problemi a baciare: li per lì risposi no (tra l'altro sinceramente: io adoro baciare)... poi capii come funzionava la solfa.
Beh, non sto certo a raccontarvi che dopo dieci minuti ci eravamo spogliati e che quando finalmente vidi il suo sesso non mi feci scrupolo ad assaggiarne le forme e la sua maschile consistenza... non esitai, mi diedi da fare sul suo sesso con un risultato davvero per me inaspettato: non immginavo di essere così bravo. E quando dissi a Federico che era la mia prima volta, stentò a crederci...
Certo non posso dire lo stesso. E non posso neanche giudicare le sue prestazioni perchè io per primo non sapevo bene cosa avevo... Ma non godevo granchè... non me lo sentivo neanche succhiare, nonostante Fede si desse da fare e, mi pare, molto bene... Guardavo l'ora...
"Che stronzo che sono" pensavo...
Questa fu la mia prima esperienza... Soddisfacente anzicheno.
Ovviamente tutto ciò ebbe il suo seguito.
Marzo: l'avverarsi di una profezia.

giovedì 3 maggio 2007
Ecco come è cominciata...

Premesso che di solito lo sappiamo fin dall'inizio qual'è la nostra direzione, ho cominciato a provare seriamente attrazione verso i ragazzi, più o meno dall'età del liceo...
Nella mia classe però nessuno mi attraeva in particolare... diciamo che cominciando ad esplorare il web, ho capito che la bellezza era tutt'altra cosa del semplice manzetto di provincia. Forse, mi accorgo ora, questo mi ha reso un po' troppo esigente, ma non me ne faccio cruccio: l'occhio vuole la sua parte (e non solo l'occhio).
La prima cotta per un amico... etero. Rassegnato al fatto che mai avrei potuto concludere qualcosa con lui (anche se ora qualche dubbietto affiora), mi limitai a costruire una amicizia, la più intensa possibile... fino a quando lui si mise con la prima e l'ultima ragazza della sua serie (almeno finora). Piansi... mi resi conto che dare tanto e sperare di ricevere è un'utopia. Questo mi traumatizzò, perchè allora non mi ero reso ancora conto di essermi innamorato di qualcuno. Seguirono 5 anni fatti solo di fantasie, autoerotismo e chiusura quasi totale verso i rapporti umani. Stavo prendendo coscienza che qualcosa cambiava in me... sentivo di avere preso una strada che nella sua maschilità, nel bello del piacere del proprio corpo e di quello degli altri, mi affascinava ogni giorno di più, portandomi a desiderare un corpo maschile da accarezzare...
Questo più che altro quello che successe... fino al mese scorso.
Sarà meglio presentarsi
Un film che mi ha colpito tanto? Me lo sono chiesto per molto tempo... Ebbene eccolo: "Dogma". Non una vera e propria satira sulla chiesa Cattolica, ma un modo per smorzare e ironizzare un mondo che agli occhi dei più appare retrogrado e chiuso... E chi ve lo dice? IO!!!
Si, lo so, non è proprio tanto... In effetti va precisata una cosina... Sono gay. Almeno... credo.
E lo pseudonimo che ho scelto riguarda questo bellissimo angelo (Loki appunto), interpretato da Matt Damon che diciamocelo... proprio non è vicino al mio aspetto: direi che sono più simile a Barthleby, ma la pronuncia non era il massimo e, chiamarmi Bartolomeo (con rispetto a chi si chiama così) mi sembrava un po' troppo serioso e altosonante.
Così Loki, l'angelo (perchè sono buono) sexy... perchè... beh... insomma! Becco!
Non è il primo blog che scrivo... ne ho un paio, ma visto che sono troppo pubblici, avendo bisogno di un po' di anonimato (e i ragazzi gay che ancora, come me, non sono dichiarati, mi capiranno), ho creato questo spazietto per raccontarvi le mie avventure...
Non sono certo un uomo vissuto!!! Contando che mi sono affacciato solo da poco nell'universo della esclusività maschile, ho bisogno, diciamo, di tenere traccia delle mie scoperte e del cammino che intercorro. E questo può servire a coloro che, come me, si affacciano da poco nel mondo gaio, o comunque come confronto. Non siamo tutti uguali e vi accorgerete che anche io la vedo in modo un po' diverso, come d'altronde tutti noi viviamo il mondo a modo nostro, secondo una nostra prospettiva...