venerdì 4 maggio 2007

Marzo: l'avverarsi di una profezia.


Dopotutto era stato profetizzato.

Avrei dovuto vedere nel mio migliore amico, un forte cambiamento, l'arrivo dell'Armageddon. Non ce ne sarebbe stato più per nessuno, si sarebbero stravolte le vite di tutti...

La prima cosa a cui pensai fu: "Cavoli, ma in che setta è finito!?!? In quale maledetto circolo perverso si è cacciato con quei suoi nuovi amici che, tra l'altro, non mi ha mai presentato?". Confesso di essermi veramente preoccupato. Ed il fatto di essere proiettato sempre verso gli amici, anche con disinteresse e, a volte, a detrimento di me stesso, mi portò molto stress. Oltre a preoccuparmi del mio migliore amico che si cacciava nei guai (almeno... questo pensavo), dovevo pensare, o meglio, non ne potevo fare a meno, alla mia condizione gaia ancora per poco repressa.


Ecco che una sera di Marzo il mio migliore amico, esausto e preoccupato per se, mi confida una cosina... giusto un nonulla: è gay.

Dico: in cinque anni di conoscenza e più, scemo come sono, non me la sono mai data, a dispetto della mia migliore amica che, senza saperlo e senza conoscerlo bene, tutt'ora ne è convinta.

Ovvio che non mi ha mai detto nulla prima d'ora. Adesso ne sentiva l'esigenza perchè preferiva che lo sapessi direttamente da lui piuttosto che sentirmi dire da altre persone che lui è gay e che noi due uscivamo insieme... (e qui c'è da dire che io non ho mai provato attrazione per questo mio amico - chiamiamolo Matteo - come, del resto, io non li faccio rizzare neanche un pelo).
Ecco l'Armageddon. Lo sconvolgimento totale della prospettiva attraverso la quale mi relazionavo col mio migliore amico. L'avvicinarsi della sua emancipazione, del suo coming-out e la sorpresa dei suoi famigliari (diciamo che tutt'ora siamo ancora alla fase dello "stravolgimento della prospettiva)
La cosa che mi sconvolse è che lui invece ha sempre sospettato di me (eccheccazzo!!!!)


Da quella sera, superato lo sconquasso mentale determinato dal mio stupore, avevo trovato nel mio migliore amico, anche un forte alleato. Un punto di riferimento sulla scena da ormai troppo tempo per tornare a rivangare... Ma come lui mi ha sempre considerato come un fratello, io ora posso permettermi di ascoltarlo e prendere atto dei suoi errori per evitare di incappare negli stessi (seeeeeeeeeeeeeeeeeeee).


Giunti a questo punto, in fin dei conti cosa avevo?

Avevo un migliore amico gay, io stesso ero cosciente di essere "the same way too", ed eravamo tutti e due nascosti. Rimaneva solo una cosa da fare per me... (e daiiiiii avrete capito no!?!?): dovevo affrontare il discorso del sesso nella sua esclusività maschile...

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